Perché investire in opzioni binarie? Le opzioni possono essere utilizzate a fini speculativi, d’investimento o di copertura, ponendo contemporaneamente un tetto massimo alle eventuali perdite subite nel caso in cui non si realizzino le aspettative programmate. Il tetto sarà pari al premio pagato per l’opzione se si acquista semplicemente un’opzione call oppure un’opzione put.

Investire in opzioni binarie in quanto sono considerate lo strumento finanziario più versatile per gli operatori. Offrono, la possibilità di operare a leva in maniera efficiente, di limitare il rischio di perdite e di sfruttare guadagni aggiuntivi.

Prezzo di esercizio

Il prezzo di esercizio è quello a cui il sottostante può essere comprato o venduto se l’opzione è esercitata. Le opzioni sono quotate con molti prezzi di esercizio sopra e sotto il prezzo corrente del sottostante. Ogni tipo di opzione, call e put, può presentare tre diverse situazioni:

Call Option

  • Posizione ITM, in the money (strike price < valore attuale del sottostante): conviene esercitare l’opzione perché si acquista a prezzo inferiore a quello di mercato.
  • Posizione ATM at the money (strike price = valore attuale del sottostante): non si ha alcun vantaggio a esercitare l’opzione perché si è pagato un premio per acquistare a un prezzo uguale a quello di mercato.
  • Posizione OTM, out of the money (strike price > valore attuale del sottostante): non si ha convenienza a esercitare l’opzione perché si acquista a un prezzo superiore a quello di mercato.

Put Option

  • Posizione ITM, in the money (strike price > valore attuale del sottostante): conviene esercitare l’opzione perché si vende a prezzo superiore a quello di mercato.
  • Posizione ATM at the money (strike price = valore attuale del sottostante): non si ha alcun vantaggio a esercitare l’opzione perché si è pagato un premio per vendere a un prezzo uguale a quello di mercato.
  • Posizione OTM, out of the money (strike price < valore attuale del sottostante): non si ha convenienza a esercitare l’opzione perché si vende a un prezzo inferiore a quello di mercato.

Le opzioni binarie rappresentano una opportunità per diverse tipologie di operatori, in particolare, si possono identificare quattro macro categorie di attori che operano in opzioni: Hedger, Speculatori, arbitraggisti e Market maker.

La risposta alla domanda perché investire in opzioni, deriva prima di tutto dalla tipologia dell’operatore stesso, l’investitore privato pensa che gli attori sul mercato siano costituiti dai soli speculatori, piccolissimi come lui, piccoli, medi e grandi, la cui dimensione, dipende dalla capacità finanziaria di ciascuno di fare investimenti binari.

Investitori istituzionali del mercato delle opzioni binarie

Non è propriamente così, in effetti spesso gli investitori istituzionali del mercato delle opzioni binarie, come banche e intermediari specializzati, non operano in quanto speculatori puri, ma lavorano con le opzioni per coprire altre posizioni più importanti, proprie o di clienti, per rimanere “delta neutrali” per un certo periodo di tempo e, quindi per non subire le variazioni del sottostante e ridiventare direzionali dopo una più attenta e approfondita analisi.

In altri casi, gli investitori istituzionali sono dei veri e propri “market maker” (MM), cioè soggetti che svolgono un ruolo rilevante sui mercati regolamentati ed essenziale su quelli OTC, consentendo al mercato su cui operano di avere liquidità, migliorando l’efficienza del processo di formazione del prezzo.

Chi sono gli Hedger

Gli Hedger utilizzano le opzioni per finalità di copertura, proteggendosi dai movimenti sfavorevoli dei prezzi senza privarsi della possibilità di beneficiare dei movimenti favorevoli.

Per fare un esempio di investimento binario:

un investitore a inizio 2017, compra 200 azioni di una ditta al prezzo di $ 550 l’una. L’investitore desidera partecipare a nuovi apprezzamenti del titolo della ditta, attendendosi il lancio di nuovi prodotti sul mercato, tuttavia però, teme che il prezzo delle azioni possa anche ridursi fortemente nei mesi successivi al suo acquisto, prima che il titolo cominci effettivamente a salire.

Quindi, nell’ottica di copertura compera sul mercato anche opzioni put per vendere entro ottobre 2017 le 200 azioni al prezzo di esercizio di $ 500. Dato che ogni contratto sui mercati Usa controlla proprio 100 azioni, l’hedger acquista due contratti, effettuando un’operazione statica di copertura.

Se la quotazione delle opzioni put OTM ottobre è di $ 30, il costo totale della strategia di copertura sarà pari a: 200 x 30 = $ 6000. Questa strategia garantisce che le azioni possono essere venduti ad almeno $ 500 l’una.

Se la quotazione della ditta scendesse sotto tale cifra, le opzioni put sarebbero esercitate consentendo di fissare una massima perdita pari a $ 50 per azione dato il prezzo di carico dell’investitore; a questa perdita si sommerebbe la spesa per le operazioni pari a $ 30 per azione, per un totale di perdita complessiva massima per l’investitore di $ 80 per azione.

L’investitore ha messo sul piatto 200 × 550 = $ 110.000 e con l’acquisto delle opzioni put ha coperto la posizione, garantendosi in questo modo di non poter mai perdere più di $ 16.000: anche nel caso di un crollo del titolo, seppure arrivasse a $ 200 dollari per azione a seguito di dati disastrosi delle vendite della ditta o della mancata uscita di nuovi prodotti.

Sull’altro fronte, se la ditta quotata in borsa mantenesse il valore di $ 550, la perdita sarebbe limitata al costo di assicurazione delle opzioni put pari a $ 6000 e, infine, se il titolo, invece, si apprezzasse di $ 100, al guadagno sulle azioni di $ 20.000 andrebbe sempre decurtato il premio pagato di $ 6000.

Speculatori

Gli speculatori che hanno aspettative rialziste sull’attività sottostante all’opzione binaria compreranno opzioni call; al contrario, uno speculatore ribassista acquisterà opzioni put. In tutte due i casi le perdite massime potenzialmente conseguibili coincidono con il costo pagato per il premio dell’opzione. Queste strategie sono le più semplici possibili, ovviamente ne esiste una gamma molto più ricca, per investire in opzioni binarie in modo sia direzionale che non direzionale.

Arbitraggio

L’arbitraggio è una strategia operativa volta a trarre guadagno dalle discrepanze di prezzo tra due o più titoli e consiste nel bloccare un profitto privo di rischio entrando contemporaneamente in transazioni su due o più mercati.

La strategia dell’arbitraggio non è molto sfruttata dei piccoli investitori di opzioni, poiché è probabile che i costi di transazione annullino i profitti. Al contrario, le grandi banche d’investimento, che sopportano costi di transazione molto bassi, sia sul mercato azionario sia su quello dei cambi, possono trarre un interessante vantaggio da questa tecnica.

Market maker chi sono?

Molti considerano i market maker (MM) come arbitraggisti, infatti essi sono investitori istituzionali che quotano continuamente una coppia di prezzi (Bid/Ask o Denaro/lettera) come loro propria migliore proposta in acquisto al limite di prezzo (Bid o Denaro) e come loro propria migliore proposta in vendita al limite di prezzo (Ask o Lettera), sempre per uno specifico contratto di opzione e poi per tutte le catene di opzioni su quel determinato sottostante differenziate per le scadenze quotate.

Il differenziale tra il prezzo Denaro e il prezzo Lettera, chiamato “spread”, rappresenta il guadagno certo del market maker a basso costo, poiché paga bassissimi costi di transazione. Infatti, lo speculatore o l’Hedger o l’arbitraggista, non market maker che entrasse in quel momento sul mercato colpendo uno dei due lati del book del market maker su quell’opzione, per uscirne immediatamente dovrebbe colpire il lato opposto pagando al market maker appunto la differenza trai due prezzi.

I market maker hanno obblighi di quotazione relativi a serie, scadenze, quantità minima di contratti oggetto della quotazione, spread massimo consentito, tempo. Tutti questi obblighi sono imposti dai mercati regolamentati dove operano i market maker.

Market maker su mercati OTC

Diverso è il caso di market maker su mercati OTC, poiché solitamente vi è la presenza di un MM unico che è anche controparte del trader che usa quel circuito: qui gli obblighi non sono presenti ma stanno alla correttezza e professionalità del market maker stesso, che in questo caso, lo si ricordi con attenzione, “gioca” contro la posizione del trader che lo utilizza.

Sui mercati OTC, normalmente, a fronte di maggiori personalizzazioni a favore del trader, scelta di strike, dimensione del contratto e giorno di scadenza, gli spread che il MM quota sono molto più larghi rispetto al mercato ETO.