Le obbligazioni bancarie sono titoli al portatore emessi da società private o enti pubblici italiani modesti per raccogliere finanziamenti per la loro attività. Acquistando una obbligazione, quindi si fa un prestito a una società o ad enti in cambio di un interesse fisso predefinito o variabile.

Un prestito di denaro, sia che avvenga attraverso un affidamento bancario, sia che si trasformi in obbligazioni, cioè titoli rappresentativi di un debito, deve contenere all’atto della stipula una serie di caratteristiche essenziali che sono:

  • gli interessi da pagare al creditore;
  • il criterio di rimborso;
  • la durata;
  • il prezzo di emissione;
  • il valore di rimborso.

Il rimborso del capitale avviene alla scadenza. Le obbligazioni sono chiamate anche Corporate Bond, sono titoli che in genere si acquistano sul mercato secondario. Il loro grado di liquidità, cioè la facilità di rivenderle della società o ente emittente che risulta dal rating che indica appunto la solvibilità del debitore.

In teoria, si tratta di indicazioni semplici. Nella realtà, non di rado, la normativa che presiede alla fissazione del calcolo delle cedole, e/o al valore di rimborso, evidenzia situazioni particolarmente complesse.

Rendimento

In genere il rendimento offerto, è superiore a quello garantito dai Buoni del tesoro di durata equivalente. Possono essere in euro o in valuta estera: in tal caso l’acquirente si assume il rischio di cambio. Oltre le obbligazioni semplici ci sono quelle strutturate il cui rendimento è più aleatorio in quanto dipende dall’andamento degli indici presi a riferimento.

La determinazione del tasso di interesse, viene fissato all’atto dell’emissione di un prestito, è condizionata dalla situazione in cui si trovano i mercati finanziari nel momento in cui il collocamento a luogo e dal grado di affidabilità del debitore.

I piccoli risparmiatori quando acquistarle?

Le obbligazioni bancarie più adatte ai piccoli risparmiatori sono quelle emesse da società che forniscono pubblici servizi, le cosiddette “utilities”(elettricità, gas) cioè quelle energetiche. Quando vi propongono un’obbligazione, la prima cosa da chiedere dopo l’interesse garantito, è il rating. Di fronte ha una tripla A nessun problema, di fronte alla B e alla C bisogna essere molto sospettosi circa la convenienza.

Le società energetiche sono servizi e prodotti che costituiscono lo zoccolo duro dei consumi. Affidabili e buone sono anche le obbligazioni bancarie, istituzioni finanziarie internazionali come la Bei spostati in e con il massimo dell’affidabilità. Conviene acquistarle quando il costo del denaro è basso perché si ottiene un miglior rapporto fra prezzo di acquisto e rendimento reale.

Le obbligazioni bancarie

Le obbligazioni bancarie sono emesse dalle banche per i propri clienti, sfruttando il rapporto fiduciario con i correntisti. Poiché lo scopo degli istituti di credito è quello di procacciarsi denaro fresco al più basso prezzo possibile, i rendimenti, non sono eccelsi e in genere inferiori a quello dei titoli di Stato di pari durata.

Non sono liquide, quindi il risparmiatore che debba vendere prima della scadenza, ha come unica controparte la banca che gliele ha vendute. Spesso si tratta di obbligazioni subordinate per cui se la banca dovesse fallire, il debito subordinato è rimborsabile solo quando sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori.

Come capire quando ci vengono proposti titoli subordinati

Per capire quando ci vengono proposti titoli subordinati, basta guardare i termini inglesi che indicano il grado di rischio e la redditività (rischio elevato = guadagno più alto). Dal titolo più rischioso al meno rischioso questi sono i nomi: Tier 1, Upper Tier 2, Lower Tier 3 e Tier 3 sono titoli da cui è meglio stare alla larga.

Meglio le obbligazioni o i buoni del Tesoro?

Obbligazioni bancarie e buoni del Tesoro sono due buoni investimenti, le obbligazioni sono una forma di investimento complementare o alternativo a quello dei buoni del Tesoro perché possono fornire, se hanno un buon rating, cioè se sono affidabili, anche rendimenti maggiori. L’unica differenza è che mentre le obbligazioni sono titoli che rappresentano un prestito dei risparmiatori all’ente emittente, Banche, aziende, Stati sovrani, organismi finanziari internazionali, in cambio del quale viene garantito un interesse, BOT, BTP, CCT rappresentano un prestito dei cittadini o di altri investitori allo Stato italiano.

Il resto è tutto uguale: si acquistano in borsa pagando alla propria banca o alla Sim una commissione, il prezzo di mercato non corrisponde quasi mai a quello di facciata, che indica invece il prezzo di rimborso scadenza. Le obbligazioni o Bond, rappresentano per le società che li emettono la principale fonte di finanziamento alternativa ai prestiti bancari che in genere sono più onerosi.

Il rating

Il rating rappresenta una garanzia di solvibilità, cioè che l’ente emittente paghi regolarmente le cedole semestrali o annuali e rimborsi i soldi alla scadenza. Possono essere emesse in euro o in altre valute. In tal caso si corre anche il rischio cambio: se la moneta si svaluta, si incasseranno meno euro.

Attualmente risultano interessanti gli investimenti in dollari USA, Sterline inglesi e corone svedesi perché in prospettiva potrebbero rivalutarsi rispetto all’euro. Assolutamente sconsigliabili quelle in lire turche, rand sudafricani e in monete dell’est europeo e del Sudamerica. Quando il rating è buono, il risparmiatore può trovare conveniente investire i propri soldi in obbligazioni anziché in buoni del Tesoro oppure può acquistarli entrambi.

Prospetto informativo

Per le obbligazioni comunque si consiglia di leggere attentamente il prospetto informativo e consultare il sito Web Patti chiari dell’associazione bancaria italiana (ABI). Nel prospetto informativo sono evidenziati il rischio e gli effetti fiscali connessi all’investimento e si trovano le notizie più significative sulla società o l’ente emittente.

Non sono quindi consigliabili a chi cerca di ricavare un reddito certo dal proprio investimento con la garanzia di riavere il capitale a scadenza. Quelle che danno maggiori garanzie di solvibilità sono quelle messe dalle grandi istituzioni finanziarie internazionali e cioè: Bei-Banca Europea degli investimenti, Bers-Banca Europea per la Ricostruzione e lo sviluppo, Birs-Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo sviluppo cioè la cosiddetta Banca Mondiale.

Queste grandi istituzioni finanziarie internazionali, hanno come scopo quello di raccogliere fondi per finanziare in tutto il mondo progetti di sviluppo governativi ed opere pubbliche. Le obbligazioni emesse in diverse valute hanno un’elevata affidabilità, e spesso danno rendimenti superiori ai Buoni del Tesoro italiani, americani, francesi, tedeschi ed inglesi.

I Bond emessi da queste istituzioni sul mercato sono oltre 1500, oltre ad offrire una scelta molto vasta, sono più adatte ai risparmiatori che non amano il rischio. Nella scelta di un’obbligazione, oltre all’interesse e a rating, è importante considerare la scadenza. Attualmente, con il costo del denaro basso, sono preferibili quelli di durata tre 7 e i 10 anni.

I titoli a scadenza più lunga 15 ed anche 30 anni, non sono consigliabili al piccolo risparmiatore perché nel frattempo eventuali variazioni del costo del denaro potrebbero sia influenzare il valore di mercato del Bond, sia impedire la possibilità di approfittare di nuove occasioni di investimento.

Tipi di obbligazioni

Teoricamente il prospetto informativo che la società emittente è obbligata a redigere e che l’intermediario è obbligato a consegnare al cliente dovrebbe contenere una serie di notizie utili per l’investitore circa gli scopi del prestito, la solidità patrimoniale e quindi sulla solidità del debitore.

Seguire determinati criteri per scegliere tra i vari tipi di obbligazioni, innanzitutto nel prospetto informativo, dovrebbe rendere chiaro al potenziale sottoscrittore il grado di rischio che si corre. Poiché la durata si prolunga nel tempo la solidità del debitore dipende anche dalla sua capacità di sviluppare le proprie attività imprenditoriali.

Purtroppo i prospetti informativi spesso non sono sufficienti anche perché vengono compilati in un linguaggio difficile, insomma redatti in modo da rispettare più gli obblighi di legge che le esigenze conoscitive del risparmiatore, quindi più formali che sostanziali. Nel caso di poca chiarezza del prospetto informativo, chiedete alla banca di spiegarlo in modo più chiaro.

L’indice della bontà dell’investimento è il rating, cioè, il giudizio espresso dalle più importanti società internazionali di certificazione sul grado di solvibilità del debitore in base ad un’analisi effettuata sui bilanci, in particolare sulla solidità patrimoniale, la sopportabilità dell’indebitamento, tutte le imprese infatti per i propri investimenti ricorrono al credito, e le prospettive di sviluppo delle società emittenti e/o del settore in cui operano. Vediamo di seguito le tipologie di obbligazioni più proposte.

Le obbligazioni strutturate

Generalmente i Bond sono a tasso fisso. Da qualche tempo le Banche e le Poste propongono ai propri clienti delle obbligazioni particolari, le cosiddette obbligazioni strutturate, Il cui rendimento è solo in parte fissato, il resto deriva dall’andamento di una serie di indici finanziari o borsistici o strutture cedolari piuttosto complicate.

Le strutturate sono l’ultimo prodotto dell’ingegneria finanziaria inventato per assecondare la ricerca spasmodica delle banche di far soldi con i soldi. Accanto a quelle tradizionali a cedola fissa o a tasso variabile simili ai buoni del Tesoro, al risparmiatore vengono offerte questo tipo, il cui rendimento, la cosiddetta struttura cedolare da cui le obbligazioni prendono il nome, dipende da una serie di eventi non certi, come l’andamento del costo del denaro, gli indici di borsa nazionale od estera.

Le obbligazioni strutturate, in situazioni normali potrebbero anche essere interessanti per piccoli investimenti finalizzati ad ottenere un buon guadagno. Però praticamente sono piene di rischi non sempre spiegati bene al risparmiatore al momento dell’offerta da parte dell’intermediario.

Le principali strutturate sono:

Convertibili

Le obbligazioni convertibili, oltre a pagare una cedola periodica consentono di acquistare azioni della stessa società emittente soprattutto in occasione di un aumento di capitale. Il numero viene precisato nel regolamento di ammissione, in genere tot obbligazioni danno diritto ad acquistare tot titoli azionari. È un titolo piuttosto rischioso per i risparmiatori in quanto la convenienza è legata all’andamento borsistico dell’azione cui è collegato.

Fixed reverse floater

Le fixed reverse floater, sono titoli in genere di una durata lunga (10 anni) con la prima cedola e a volte anche la seconda, molto alta rispetto ai tassi correnti e poi a seguire le altre cedole con rendimenti decrescenti ma indicizzati all’opposto dell’andamento del costo del denaro (in genere all’euribor): se questo diminuisce si guadagna, se sale ci si rimette sino ad azzerare la cedola. Alcuni tipi, non prevedono neppure un tasso minimo decrescente per le cedole successive alla prima. Sono dei veri e propri titoli scommessa non sicuramente adatti al risparmiatore che si attende un guadagno certo dai propri investimenti.

Index & Equity Linked

Le Index & Equity Linked sono legate all’andamento di indici azionari (Index Linked) o a singoli titoli azionari (Equity Linked). Sono di durata variabile da 3 o 5 anni, offrono oltre a una cedola minima garantita inferiore ai tassi medi di mercato, un premio legato all’eventuale aumento del mercato azionario o delle azioni prese come riferimento. Tale premio però viene distribuito alla scadenza insieme al rimborso del capitale. Anche questo è un titolo scommessa non adatto al risparmiatore medio.

 Reverse Convertible

Le Reverse Convertible strutturate, indicizzate al mercato borsistico, non quotata e quindi non liquidabile, che non garantisce il rimborso integrale del capitale investito. Si tratta di un prodotto altamente rischioso, assolutamente sconsigliabile: con minori rischi sono preferibili gli ETF che clonano gli indici di borsa ed hanno anche dei dividendi.

Dual Currency

Dual Currency, come dice la parola, sono emesse e pagano le cedole in una valuta e, a richiesta dell’investitore, possono rimborsare il capitale anche in un’altra moneta con un rapporto di cambio prefissato. Poco raccomandabili perché il rendimento complessivo (cedole più rimborso del capitale) è sottoposto a rischio di cambio. Infatti se per esempio il rimborso è stato previsto in dollari in base ad un certo rapporto di cambio con l’euro, se nel frattempo il dollaro si è svalutato si incasseranno meno euro.

Drop Lock

Drop Lock sono titoli a tasso variabile, con una clausola che protegge il risparmiatore da un eccessivo ribasso dei tassi di interesse, al di sotto di una soglia minima, scatta la clausola e l’obbligazione diventa a tasso fisso. Il rischio sta nelle mutazioni del costo del denaro: conveniente in fase di discesa dei tassi, il titolo diventerebbe meno interessante quando, raggiunta la soglia minima, i tassi dovessero aumentare.